Asakusa - Visita al Tempio di Kannon

Misaki, Hellionor, Jack, Leon.

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    « La Geisha è un'artista del mondo che fluttua: canta, danza, vi intrattiene; tutto quello che volete. Il resto è ombra, il resto è segreto. »
    Misaki美 咲 Satoru 聡
    Occupazione: Prostituta/ Geisha› • Età: 19• Link Scheda › • Info :
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    Quella mattinata il cielo di Tokyo era particolarmente limpido, solo qualche candida nuvoletta adornava la vetta innevata del monte Fuji visibile dalle finestre del mio Okiya: una giornata perfetta per una visita al tempio di Kannon.
    Di solito la mattina non avevo impegni particolari mentre nel pomeriggio mi dedicavo alle esibizioni da Geisha e, quando le ombre avanzavano e le prime lanterne illuminavano le vie della Hamanachi di Asakusa, iniziava la mia vita da prostituta; questo fattore mi permetteva di dedicarmi, nell'arco di tempo che comprendeva la mattinata, ad attività di svago.
    Indossai un Kimono spettacolare, uno dei più belli, fatto di seta color cremisi ed impreziosito da ricami in oro e stampe di camelie, con richiami e sfumature dall'oro al nero; ovviamente mi feci aiutare da alcune delle mie Meiko, le quali si occuparono anche di pettinare e alzare i capelli in una acconciatura alta, fermata da un prezioso pettine di giada con una camelia di madreperla in cima e un fermaglio lungo che lasciava ricadere all'estremità lunghi nastri di tessuto e campanellini; lasciai il mio volto privo di trucco e mi diressi all'uscita, indossando i Geta molto alti e aprendo il raffinato ombrellino di seta per riparare la mia pelle cerea dai raggi del sole. Uscii per le strade della Hamanchi osservando con aria scostante l'orda fragorosa di turisti che fotografavano il quartiere, sperando di poter così portar via con sè una fetta della magia di Asakusa.
    Dopo svariati metri, percorsi in tutta lentezza ed eleganza, iniziai ad ignorare gli sguardi indiscreti dei turisti, che mi fissavano come stessero osservando l'apparizione in scena del fantomatico protagonista dell'opera di cui erano spettatori.
    Attraversai con aria disinvolta il viale di ciliegi che conduceva ad un piccolo ponte il quale sormontava un piccolo fiumiciattolo, residenza di svariate carpe rosse; in un trionfo di colori, come quello che mi circondava, sembravo un prezioso rubino che scintillava con maestosa bellezza in quel quadretto spettacolare.
    Attraversato il ponticello con grande disinvoltura e, dissimulando qualsiasi tipo di espressione che avrebbe potuto dare al mio volto qualunque smorfia, giunsi presso il cancello Kaninarimon dove, come al solito, vi erano molti turisti intenti a scattarsi foto senza il minimo rispetto di quel luogo sacro, ma con la stupida concezione che sia un altro dei loro squallidissimi souvenire; mi feci spazio tra loro e mii inchinai davanti al cancello in segno di rispetto, poi lo varcai e mi diressi al tempio con una certa fretta che rendeva i miei passi più rapidi rispetto a prima, rendendomi quasi una piccola scia rossa in corsa tra i porticati e le bancarelle colorate. C'era così tanta gente che mi sembrò un'impresa riuscire ad arrivare all'entrata del tempio sacro. Non persi troppo tempo ed entrai, inginocchiandomi davanti all'immenso incensiere e tirando fuori dalla manica alcuni spiccioli da dare in offerta, formulai la preghiera e dopo poco tirai l'enorme corda sospesa, ma fissata alla campana imponente, per ben tre volte.

    Fà che la mia preghiera venga esaudita...


     
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    « Non c'è il bene senza il male, non c'è luce senza ombra. Sta a noi scegliere la via. »
    HELLIONOR IVANOV
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    Il mio primo giorno a Tokyo era stato tutto sommato molto tranquillo. Ero riuscita a riposare dopo il lungo viaggio e avevo già esplorato quel bellissimo parco non lontano da casa. Avevo anche fatto quella bizzarra conoscenza, il che mi aveva rassicurato sulla mia timidezza iniziale. Non era facile per me essere in un luogo tanto lontano da casa, senza la mia famiglia, senza amici nè conoscendo bene usi e costumi locali, ma il desiderio di libertà, di evasione e di eccitazione subentrati appena messo piede in quella città incantata avevano sovrastato tutte le mie insicurezze.
    Un altro giorno è iniziato, c'è un sole bello come ieri e non ho intenzione di starmene chiusa in casa un minuto in più! Sarà meglio darsi una mossa, oggi tocca a...
    Mi portai l'indice della mano sinistra alle labbra, avevo studiato tanto la geografia del posto ma non avevo la minima idea di come arrivarci. Ero solo certa che con un clima cosi gradevole era il caso di stare all'aperto, possibilmente a contatto con la natura e le tradizioni locali.
    In vastaglia attraversai la villetta alla ricerca del maggiordomo, quando sentii il suo solito "Ivanov mica schimbare aveți nevoie de rochie!"* capii di averlo trovato.
    Sbuffai voltandomi con aria colpevole, ma non appena iniziò a rimproverarmi su qualcosa che avrei dimenticato quattro secondi dopo, lo fermai per chiedergli un passaggio ad Asakusa.
    Sapevo che non mi avrebbe lasciato andare da sola, e dopo la sfuriata della sera prima era preferibile tagliare il discorso chiedendogli direttamente di accompagnarmi. Mi sarei liberata comunque di lui.

    Tornai in camera e guardai attentamente ciò che offriva il mio guardaroba, stamattina avevo voglia di qualcosa di stranamente semplice e delicato, che si adattasse alla mia carnagione eterea e il mio sguardo si posò su un abito bellissimo.
    Dimitri, deve essere opera sua...
    Sorrisi tra me pensando che era l'unico della famiglia che iniziava a mancarmi...Ma solo un pò. Strinsi l'abito a me e roteai immaginandomelo già addosso, poi in un attimo mi cambiai e mi dedicai ai capelli.
    Me li alzai prendendo una ciocca alla volta e legandoli in alto fino a lasciare la nuca scoperta.
    Mi annodai alla vita la bellissima cintura rosea con disegni di petali di ciliegio e l'abito bianco acquistò una sfumatura meravigliosa.

    Abbassai il finestrino dell'auto, finalmente riconoscevo i paesaggi visti solo sui libri, le lanterne a mezz'aria, gli striscioni rossi e colorai fluttuanti, le fanciulle in abiti tradizionali seguite dagli occhi indiscreti dei turisti occidentali, gli aromi delle prelibatezze vendute in strada. Aprii la porta e sgattaiolai prima che George mi desse le solite, noiosissime raccomandazioni.

    Si, si certo, per pranzo, bla bla...A dopo!

    Finalmente mi immersi anima e corpo nell'aria giapponese più caratteristica di quel quartiere. Sollevai leggermente l'abito temendo che potesse sporcarsi e camminai a passo svelto desiderosa di raggiungere il famoso tempio. Lessi Kannon e sgranai gli occhi per lo stupore.
    Un'entrata tanto maestosa non era da poco, la attraversai consapevole che da quel momento avrei solo potuto provare a raccontare di quel luogo ma senza mai trasmettere davvero le mie impressioni, poichè erano indescrivibili. Attraversai, stavolta lentamente, un ponticello che sormontava uno specchio d'acqua luminoso: in trasparenza delle carpe saettavano sotto il pelo dell'acqua e mi sporsi istintivamente ad osservarle.

    Che meraviglia... - il mio sguardo vagava lentamente su ogni dettaglio, dal profilo degli alberi all'architettura del palazzo - Dovrei portarci anche il mio caro cugino prima o poi...

    Mi resi conto di non aver prestato davvero attenzione alle ragazze del posto solo quando i miei occhi si posarono sulla sagoma di una fanciulla con un abito splendido. Si muoveva con estrema eleganza, recava un ombrellino rosato tra le mani e aveva tutta l'aria di essere una gheisha.
    Sapevo cosi poco delle loro usanze che non volevo sbagliarmi ma non la persi di vista fin quando i nostri passi non furono che a una manciata di metri gli uno dagli altri.
    Mi avvicinai timidamente a lei sorridendole, forse mi avrebbe salutato e io avrei potuto soddisfare la mia sete di curiosità.



    * Piccola Ivanov, si cambi d'abito!
     
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    « La vita è la più bella delle avventure ma solo l'avventuriero lo scopre.
    Jack Diesel
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    "parlato" narrato pensato


    Il mio viaggio fino al Giappone era stato lungo e parecchio stancante, le quasi dodici ore di volo mi avevano fatto venire il mal d'aria e dormire in quella scatola d'acciaio con le ali non mi riusciva proprio, nemmeno dopo aver bevuto litri di camomilla e infusi vari.
    Sospirai profondamente camminando a passi strascicati per la lunga strada dell'Asakusa, ci ero arrivato in taxi dall'aereoporto di Tokyo, spendendo così anche i miei ultimi risparmi.
    L'effetto soporifero delle tisane, la stanchezza e la fame mi stavano mettendo KO, davvero, mi sentivo morire e avevo bisogno di un tetto ed un lavoro, giusto per poter mangiare, ma al momento non avevo proprio nulla.
    Mi ero buttato in questa nuova avventura senza pensarci due volte e senza nemmeno fare troppi conti: biglietto dell'aereo, mangiare per un paio di giorni, qualche spicciolo per il trasporto e così via, ma purtroppo in matematica non sono mai stato bravo, accidenti a me!
    Il mio sguardo sfinito ricadeva sulle bancherelle piene di colori e prelibatezze mentre la gente mi invitava a vedere e comprare, non potevo permettermi nulla e l'acquolina mi seccava ancora di più la bocca.

    "no non compro nulla! Non mi serve, grazie!"

    Ma se nemmeno lo parlo io il giapponese! Che cavolo sto combinando??
    Mi sembrava di impazzire, mi avvicinai ad una bancherella osservando la frutta fresca e succulenta mangiandola con gli occhi, mi sarebbe bastato un solo morso...
    Sospirando ancora tornai a camminare dove mi portavano i miei piedi andando verso un cancello riccamente decorato, ma sta volta nonostante la pesantezza del viaggio non si fosse alleggerita sorrisi appena, dalla manica della giacca uscì una bella mela rossa come un rubino, ci diedi un gran morso assaporandone il gusto dolciastro e intenso mentre entravo in quel luogo che nascondeva una magnifica sacralità.
    La lustra pavimentazione della strada superava l'ingresso fino ad arrivare di fronte al tempio di legno rosso con decorazioni auree, non era gigantesco ma aveva una sua maestosità e il tetto dagli angoli leggermente all'insù sembrava posare tutto il suo peso sulle belle colonne, tonde e strette.
    Avevo passato tutta la mattinata a girovagare senza sapere la mia destinazione, ma solo in quel momento, per la prima volta da quando ero in quel paese orientale, vidi una ragazza con i capelli biondi; l'abito bianco la faceva risaltare ancora di più in quell'ambiente mentre la geisha al suo fianco, avvolta nel prezioso Kimono cremisi, si mimetizzava quasi in quell'ambiente.
    Chissà, magari una delle due parlava inglese abbastanza bene da poter dialogare un pò, magari la bionda era americana come me, magari quella sera non avrei dormito per strada! Magari...

    "'Sera, conosci la zona per caso?"

    Chiesi alla ragazza dall'aspetto occidentale, con uno sguardo carico di speranza.



    Edited by theBLADER - 29/11/2012, 22:57
     
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    « In un mondo dove l'ignoranza fa da padrona, solo chi è superiore può ambire alla conquista di esso. »
    LEONARD WHITE
    STUDENTE › 16 anni › LINK SCHEDA › CANTERBURY, KENT, UK ›


    Cos'era quella scena alla quale assistevo? Se prima ero totalmente indifferente nei confronti della bionda ragazza della Transilvania, ora il mio istinto mi spingeva a rivolgerle la parola.
    Accanto alle 2 ragazze notaii il ladro di mele, il solito barbone di periferia.

    Che voglia derubarle?

    Senza pensare due volte mi tuffai sopra il ladro facendolo cadere a terra.

    Ehi tu, cosa credi di fare?

    Etciù

    Emisi uno starnuto provocato dalla polvere alzata dalla strada del vialetto in seguito alla mia caduta.
    Il perchè stessi aiutando quelle ragazza mi è ancora sconosciuto.

    Sono forse attratto dalla bionda straniera? Di solito non tengo conto di nessuno, eppure...
    Che l'aria gispponese mi stia rendendo più mansueto.


    Senza indugiare chiamai una guardia affinchè prendesse le generalità del furfante.

    Mi rivolsi timidamente verso la ragazza dal viso pallido e gli occhi a mandorla con un inchino.
    Avevo in precedenza visto la ragazza europea fare lo stesso, quindi mi adeguai.
    Succevvisamente porsi la mano in segno di saluto verso la mia vecchia conoscenza e accennai un piccolo sorriso senza dire nulla.
    Il sole stava per essere coperto da nubi nere che preannunciavano uun imminente temporale,
    all'orizzonte si potevano ammirare gli strani monti innevati oppure ricoperti da una coltre di nebbia...

    Mai visto un cielo così ceruleo nel mio paese...

    Mi ero perso fra i pensieri ma tornai alla realtà fissando i grandi occhi verdi della ragazza...




    Edited by Leocity - 30/11/2012, 23:40
     
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    « La Geisha è un'artista del mondo che fluttua: canta, danza, vi intrattiene; tutto quello che volete. Il resto è ombra, il resto è segreto. »
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    Dong. Dong. Dong.
    La campana produsse tre rintocchi secchi e profondi; contemporaneamente chiusi gli occhi e congiunsi le mani in preghiera, intrecciandole tra loro per mezzo delle dita e poggiandole sul mento. Rimasi qualche secondo in religioso silenzio, recitando a mente la preghiera. Dopo non molto mi sollevai, respirando a pieni polmoni i fumi emanati dall'enorme incensiere, mi voltai e scorsi un volto gentile, che sembrava sorridermi, a pochi passi di distanza. Era una ragazza dai lunghi capelli ondulati, con ampi boccoli e di un colore simile al grano dorato; in netto contrasto con gli splendidi smeraldi scintillanti che aveva per occhi. Aveva un volto dai tratti delicati e tondeggianti, ma soprattutto, visibilmente occidentali: il naso piccolo e all'insù, le labbra ben disegnate e carnose, di un rosa davvero perfetto e la pelle diafana e levigata... Guardarla era come fare una gran boccata d'aria fresca, i suoi toni mi portavano alla mente immagini di immense e distese campagne, dove spira un vento fresco e rivitalizzante; luoghi che i miei occhi avevano visto solo in fotografie su delle riviste qualsiasi; il tutto era incorniciato da un fisico magro e longilineo, a mio dire, perfetto. La disarmante bellezza occidentale, che sostava sorridente davanti a me, mi lasciò interdetta per qualche istante, frastornata da tutto quello splendore; aveva l'espressione di qualcuno che desiderava di dirmi qualcosa, ma non lo faceva; forse si era persa... Mh. No. Mi sembrava troppo intelligente per poter essersi persa. In altre circostanze avrei ignorato qualsiasi persona, ma lei no, emanava una strana aura che mi incuriosiva.
    "Ohayou Ojou-Sama anata wo tetsudau koto ga dekimasu ka?!" **
    Parlai con disinvoltura, molto rapidamente, senza nemmeno pensare che, forse, la bella fanciulla, avrebbe avuto difficoltà a capirmi; nonostante tutto le sfoggiai comunque un sorriso accomodante e gentile.
    Mmmh. E se non parlasse la mia lingua?! Beh un pò di inglese l'ho studiato...
    Consapevole della grave mancanza nel non aver considerato la probabile difficoltà della mia interlocutrice nel capire ciò che avevo appena detto riprovai a formulare la frase in inglese.
    "Gomen n-n... Ehm... E-excuseme, do... Mmh... you need something?"
    Il forte accento giapponese rese la mia frase quasi buffa, pronunciata con un tono imbarazzato ma gentile.
    Prima che avessi risposta si avvicinò un ragazzo biondo, mi dava l'impressione di un poco di buono e fu facile ignorarlo visto che non avevo capito una mazza di ciò che aveva detto; invece aspettavo trepidante una risposta dalla ragazza.



    **Buongiorno signorina, avete bisogno di qualcosa?
     
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    HELLIONOR IVANOV
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    Quella fanciulla in rosso dall'aspetto misterioso sembrava avermi notata. Aveva un'aria strana, sembrava uscita dalla copertina di una rivista di usi e costumi giapponesi perchè guardando lei per la prima volta avevo veramente l'impressione di essere lontano da casa. Coi petali di ciliegio la sensazione era stata diversa, avevano avuto il potere di rilassarmi di farmi sentire vicina allo sfiorare un sogno, delicato come quei piccoli petali vellutati. Invece gli occhi mandorlati di quella ragazza rispondevano alla mia sete di curiosità, avrebbero dato voce ai miei pensieri soltanto ricambiando un'occhiata. Non potevo lasciarmi sfuggire quell'occasione, cosi accorciai le distanze e ripresi un passo alla volta ad avvicinarmi.
    Stavo per salutarla con il mio accento europeo quando una voce sopravvenne alla mia destra.
    Un ragazzo dai capelli (?) biondi un pò arruffati e dall'aria stravolta e irruenta mi si fiondò a pochi centimetri per chiedermi qualcosa.

    Eh?! Ma chi, cos...

    Rimasi a bocca aperta, stavo per provare un approccio con tanto di inchino del capo ma la rapidità di quel giovane mi lasciò basìta. Capii solo che parlava la mia lingua ma non ebbi il tempo di formulare una risposta adeguata che il massimo che proferii fu un flebile:

    Ecco io...

    Mi grattai il mento imbarazzata da quella situazione bizzarra, la fanciulla in kimono intanto era ferma nella sua statuaria eleganza e non aveva minimamente distolto lo sguardo da me. Sembrava incuriosita quanto la sottoscritta dalla mia presenza e con un lieve imbarazzo pronunciò un paio di frasi.
    Capii il suo intento di venirmi incontro provando l'inglese, cosi la fermai con un gesto della mano e finalmente articolai un:

    Capisco la tua lingua, tranquilla... - mi raccolsi meglio una ciocca bionda che il vento avevo lasciato cadere su una spalla e continuai - hai davvero un abito incantevole, ti sta benissimo.

    Anche l'ombrellino, il portamento, tutto raccontava qualcosa di lei e di quel luogo, non potevo lasciarmi prendere dalla timidezza proprio ora, cosi mi schiarii la voce.
    Non azzardai la stretta di mano perchè sapevo essere un rituale occidentale, ma mi limitai a un lieve inchino del busto con lo stesso fare regale al quale mi aveva abituato la corte di Dimitri.

    Io mi chiamo Hellionor, molto lieta.

     
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    JACK DIESEL
    LADRUNCOLO, TUTTOFARE › 21 anni › SCHEDA PG
    L'aria del mattino si stava scaldando e il cielo diventava sempre più luminoso mentre le nuvole si diradavano, dentro il cortile del tempio la folla di turisti era quasi totalmente assente rendendo così quell'ambiente ancora più piacevole e rasserenante.
    Davanti a me la scena era stranissima, vista da vicino la ragazza giapponese era ancora più esile di quanto mi aspettassi nel suo kimono cremisi e riccamente decorato, con i suoi occhi scuri osservava la bionda come se fosse una statua bellissima dall'aspetto divino, mi grattai il capo volgendo lo sguardo verso la fonte di tanta attrazione; capelli dorati, occhi di smeraldo e pelle chiara e dall'aspetto vellutato, era certamente bella, ma nulla di così nuovo o straordinario, mi venne da ridere pensando che nonostante il gran numero di turisti probabilmente era la prima volta che la geisha vedeva una ragazza così, quello sguardo curioso mi ricordava una bambina che vede le cose più semplici come fossero le più grandi meraviglie.
    Ma la cosa che mi meravigliò di più era il bilinguismo della ragazza occidentale, aveva parlato sia in un perfetto inglese che in giapponese, lingua non facilmente apprendibile in normali condizioni, era probabilmente una studiosa forse.
    Storsi appena il naso a quel pensiero, i libri scolastici non erano esattamente la mia passione anche se invece, al contrario di quanto si potesse pensare, libri e romanzi li divoravo in fretta, beh la mia voglia di avventura doveva nascere per forza da qualche racconto no?
    Per un attimo mi aveva guardato con una certa confusione negli occhi, come se le avessi posto chissà quale problema matematico, si limitò a un semplice:

    "Ecco io..."

    senza nemmeno concludere mezza frase, ci rimasi parecchio stranito, aggrottai appena la fronte per cercare di capire che le avessi chiesto di tanto strano ma in attimo era già tornata a sorridere all'asiatica.

    Ma che hanno queste due? Si sono incantate a vicenda?!

    Non potevo fare altro che osservarle in silenzio mentre si scambiavano poche parole in quella lingua che non capivo quasi per nulla, ed iniziavo a chiedermi se in quegli ultimi minuti non fossi diventato un fantasma da ignorare, che la mela mi abbia reso invisibile?
    Strana sta frutta giapponese...



    Edited by ¬ Eliãndra • - 11/12/2012, 21:45
     
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    LEONARD WHITE
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    Cos'era quella scena alla quale assistevo? Se prima ero totalmente indifferente nei confronti della bionda ragazza della Transilvania, ora il mio istinto mi spingeva a rivolgerle la parola.
    Accanto alle 2 ragazze notaii il ladro di mele, il solito barbone di periferia.

    Che voglia derubarle?

    Senza pensare due volte mi tuffai sopra il ladro.

    Ehi tu, cosa credi di fare?

    Etciù

    Emisi uno starnuto provocato dalla polvere alzata dalla strada del vialetto in seguito alla mia corsa.
    Il perchè stessi aiutando quelle ragazza mi è ancora sconosciuto.

    Sono forse attratto dalla bionda straniera? Di solito non tengo conto di nessuno, eppure...
    Che l'aria gispponese mi stia rendendo più mansueto.


    Senza indugiare chiamai una guardia affinchè prendesse le generalità del furfante.

    Mentre ancora correvo mi rivolsi timidamente verso la ragazza dal viso pallido e gli occhi a mandorla con un inchino, stoppando la mia corsa. Avevo in precedenza visto la ragazza europea fare lo stesso, quindi mi adeguai.
    Succevvisamente porsi la mano in segno di saluto verso la mia vecchia conoscenza e accennai un piccolo sorriso senza dire nulla.
    Mi ero fermato senza alcun preavviso, l'immagine del truffatore si era per un attimo dissolta nella mia mente, rimpiazzata dalle due ragazze.
    Il sole stava per essere coperto da nubi nere che preannunciavano uun imminente temporale,
    all'orizzonte si potevano ammirare gli strani monti innevati oppure ricoperti da una coltre di nebbia...

    Mai visto un cielo così ceruleo nel mio paese...

    Mi ero perso fra i pensieri ma tornai alla realtà fissando i grandi occhi verdi della ragazza...
    non sapevo descriverli, li avevo già visti in passato, ma quel giorno avevano un non so che di diverso, sarà stata la magia del luogo?




    Edited by Leocity - 1/12/2012, 21:35
     
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    Dopo un attimo d'incertezza la bionda rivolse una fugace occhiatina al ragazzo che si era intromesso bruscamente tra noi, non sembrò dargli importanza, come me del resto.
    CITAZIONE
    Capisco la tua lingua, tranquilla... -

    Dissimulai una certa contentezza nell'apprendere che la bella bionda parlava la mia lingua, la sua voce aveva un tono caldo e suadente, ascoltandola a fondo quasi dimenticavo il suo accento, mentre era ben chiaro, dalle sue movenze, che apparteneva ad un ceto sociale alto. A conferma della mia teoria c'era il suo modo impeccabile di vestire: indossava un abito,lungo, bianco, dal tessuto visibilmente prezioso, sotto il seno una fascia rosa con fiori rossi disegnati; le stava d'incanto, emanava luce.
    Non ebbi il tempo di risponderla che un ragazzo sconosciuto si fiondò addosso al biondo, gettandolo per terra. Ebbi un forte sussulto ed indietreggiai spaventata, d'istinto chiusi gli occhi. Con prontezza d'animo il moro chiamò delle guardie, consegnandogli il biondo. Presi fiato e riaprii gli occhi, nulla di grave. L'aria iniziava a raffreddarsi e il cielo a scurirsi.
    Non può piovere ora... Dannazione.
    Pensai parecchio seccata. Fissai il biondo in difficoltà, un pò mi dispiaceva, così mi avvicinai alle guardie e giustificai il tutto come un grave malinteso e che il biondo era mio "cliente"; le autorità del luogo conoscevano la mia fama così lasciarono perdere l'accaduto. Mi avvicinai al ragazzo trasandato e lo fissai da testa a piedi.
    "You can understand me?! How are you?"
    Mi cimentai in un inglese di fortuna, storpiato dal mio forte accento giapponese.
    Forse il biondo sarebbe scappato, forse era davvero un disonesto, ma io non ero da meno e non nutrivo alcun pregiudizio nei suoi confronti.

     
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    HELLIONOR IVANOV
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    Nel momento stesso in cui stavo per presentarmi con velata timidezza una scena bizzarra si presentò ai miei occhi. Lanciai una fugace occhiata alla giovane orientale spiazzata quanto me e in pochi secondi varie immagini si sovrapposero con esito tragicomico.
    Vidi il giovane biondo dall'aspetto un po' trasandato sballottato più in là da una figura sopraggiunta in quell'istante e che non si palesò immediatamente ai miei occhi. Trattenni il respiro per qualche secondo facendo un passo indietro e portandomi una mano al petto spaventata. Mi girai furtivamente come per allontanami e nel frangente dei vigilanti erano stati avvicinati dai gesti e dal vociare dell'ultimo arrivato. Fortunatamente la fanciulla in rosso con poche parole accorate li allontanò subito dimostrando grande padronanza della situazione e prontezza di spirito, cose che a me mancavano per l'essere cresciuta sempre protetta tra le mura di corte e mai abituata a cavarmela realmente da sola.

    Ah che sollievo, non è nulla...

    Pensai tra me espirando vistosamente. Mi passai le mani sul bianco del vestito temendo che il polverone sollevato mi avesse sporcato l'abito di seta, poi finalmente alzai gli occhi sui due ragazzi. Il secondo, in particolare, dai capelli neri e l'aria corrucciata mi stava fissando già da qualche secondo, e solo quando mi sorrise sgranai gli occhi sorpresa.

    Ma...Ma tu sei...!

    Mi portai la mano alla bocca meravigliata da quell'incontro inaspettato e terminai la frase solo nella mia testa: Il ragazzo del parco! Un lieve rossore si dipinse sulle mie gote spostando la mia attenzione momentaneamente sulla fanciulla con lo splendido ombrellino floreale avvicinatasi al ragazzo biondo.
     
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  11. theBLADER
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    "parlato"

    « la vita è la più bella delle avventure ma solo l'avventuriero lo scopre. »
    JACK DIESEL
    LADRUNCOLO, TUTTOFARE › 21 anni › SCHEDA PG


    Ma che ca...??

    Riuscii solo a pensarlo perchè tutto accadde in un attimo, sentii un gran peso investirmi e sbilanciarmi fino a farmi vadere a terra, impattando in modo non troppo simpatico con il cemento che lastricava la strada, sospirai battendo lentamente le palpebre cercando di mettere a fuoco l'ambiente davanti a me, era tutto così confuso...
    Ma torniamo indietro di qualche passo e cerchiamo di capire che mi è successo.
    Ero li immobile come una statuina ad osservare le due ragazze chiedendomi se ci fosse altra frutta che dona poteri straordinari oltre alla mela dell'invisibilità, non potevo fare altro che osservare le due ragazze, apparentemente così diverse, che iniziavano a discutere tra loro in giapponese.
    Mi facevano sorridere, sembrava quasi la nascita di un'amicizia, non so, mi ricordavano due bambine che per la prima volta si parlano prima di giocare assieme, ed ecco quella voce che ha rovinato tutto.
    Qualche parola detta in fretta, una specie di starnuto e subito dopo l'impatto.
    Qualcosa o qualcuno mi viene addosso facendomi cadere, ed ecco che mi ritrovai a terra con la testa rintronata; la scossi un pò e guardai quello che avevo sopra, era un ragazzino! Un ragazzino mi aveva placcato all'improvviso senza darmi nemmeno il tempo di capire che cavolo stesse succedendo.

    "Ragazzino che...che ti salta in mente?!"

    La mano arrivò sulla sua spalla e spinsi fino a fargli ruotare il torso di fianco mentre contemporaneamente mi rigiravo facendo leva sul piede che posava a terra, così in un attimo le posizioni erano invertite, ora ero in ginocchio sopra di lui con le tibie che premevano sulle sue braccia, vicino ai gomiti, immobilizzandolo velocemente.
    Stavo per reagire ulteriormente ma notai il suo sguardo da triglia puntato verso la bionda che ricambiava con un'espressione sognante sul faccino, o almeno così mi sembrava.
    Nel frattempo la ragazza giapponese scambiò un paio di parole con gli agenti che erano arrivati di corsa richiamati dal ragazzetto, sembrava quasi li conoscesse perchè in un attimo sembrarono disinteressarsi alla cosa e se ne andarono sorridendo divertiti.
    Non che mi piacesse troppo quella cosa, era un'aggressione bella e buona!!!
    La cosa che più mi stupì fu che la giapponese si avvicinò a me e con un tono un pò incerto mi chiese

    "Mi capisci? Come stai?"

    La guardai per un attimo per poi mettermi in piedi, lasciando perdere il ragazzo, e mi massaggiai un pò la testa che aveva battuto sul suolo

    "Sto bene sto bene, tutto a posto credo"

    Le risposi con una smorfia un pò dolorante sul volto.
     
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  12. Leocity
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    « In un mondo dove l'ignoranza fa da padrona, solo chi è superiore può ambire alla conquista di esso. »
    LEONARD WHITE
    STUDENTE › 16 anni › LINK SCHEDA › CANTERBURY, KENT, UK ›


    Questa non è di certo una normale situazione alla quale ero abituato:
    sguardi intensi, collisioni, polizia, ragazza giapponese in vestito cerimoniale

    Sto sognando o cosa?

    Cercai di razionalizzare chiudendo gli occhi per pochi secondi. Quando li aprii vidi la bionda ragazza...

    Conte Vladimir... Dracula

    Ma sì, era proprio lei, la ragazza della Transilvania, che ora stava fissando nuovamente la ragazza giapponese con le gote arrossate.

    Intanto quel tipaccio un po' stempiato si era rialzato senza chiedere troppe spiegazioni in merito al mio placcaggio.

    Ma tu non saresti il famoso ladro di mele? Un tizio lì in fondo si stava lamentando.

    Gli dissi indicando la bancarella della frutta con l'indice della mano destra.

    I miei occhi si rivolsero nuovamente alle 2 ragazze, ma successivamente mi tornò in mente qualosa di importante.

    Cavolo, la mia classe... forse loro potrebbero aiutarmi a nascondermi. In ogni caso con queli idioti non avrei visto niente di interessante, magari la ragazza giapponese conosce qualche luogo segreto da visitare, o magari mi potrebbe far entrare nel tempio

    Volevo domandarle subito qualcosa, ma mi rivolsi alla ragazza europea visto che l'altra era impegnata a parlare col tizio.

    Ah, ti ricordi di me vero? Il tuo "maggiordomo" ti sta ancora cercando o sei riuscita a scappare dalle sue grinfie?
    I miei occhi incontrarono i suoi mentre il sangue mi si ghiacciò per un secondo.




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  13. `Rose
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    « La Geisha è un'artista del mondo che fluttua: canta, danza, vi intrattiene; tutto quello che volete. Il resto è ombra, il resto è segreto. »
    Misaki 美 咲 Satoru 聡
    Occupazione: Prostituta/ Geisha› • Età: 19• Link Scheda › • Info :
    Narrazione: scrittura normale
    Dialoghi: in rosso
    Pensieri: in corsivo
    Frasi altrui: in Quote
    8hvjj

    CITAZIONE
    "Sto bene sto bene, tutto a posto credo"

    Mi concesse appena uno sguardo, nessuno cenno di gratitudine affiorava nella sua voce.
    Dopo tutte le premure rivolte nei confronti di quel tipo egli mi rispose in modo scarno, quasi disinteressato. Lo trovai un gesto davvero poco riconoscente e gentile, odiavo chi non ricambiava la mia gentilezza e, oltretutto, si mostrava maleducato.
    Inutile dire che mi indispettii oltremodo.
    "Nani ga minikui shitsurei! Watashi wa anchisukiru o yobu yō ni yūwaku shite imasu!"**
    Parlai nella mia lingua nativa, cosciente del fatto che non poteva comprendermi, ma dal tono della mia voce, stizzita e indispettita, non gli sarebbe stato difficile comprendere che, di certo, non gli stavo facendo complimenti.
    No, troppo gentile rivolgergli frasi che non comprende...
    Lo fissai con aria arrogante, il mio solito modo di fare verso gli screanzati, nel frattempo formulavo a mente una risposta adeguata.
    "Mmm i'm not sure that you feel good... I think that you have lost anything during the battle... Ehm sorry... There weren't even before!"
    Dissi riferendomi ai suoi capelli, con acidità e sarcasmo, giusto per restituirgli la moneta. Era solo un modo per prenderlo in giro e vendicarmi.
    Chissà, forse adesso mi avrebbe trattato con l'adeguatezza che meritavo.
    Comunque mi curai bene di pronunciare la frase a voce alta, così da farmi sentire anche dagli altri due ragazzi che pareva si conoscessero già, dal modo in cui si scambiavano occhiate complici e frasi abbastanza confidenziali.




    **Che brutto maleducato! Sarei tentata da richiamare le guardie!
     
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    HELLIONOR IVANOV
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    Vagai con gli occhi sui tre ragazzi alternativamente ma con lo stupore di chi non riesce a seguire la situazione ben stampato sul volto.
    Come ridestandomi da un sogno sbattei le palpebre un paio di volte e sentii la fanciulla in rosso squittire innervosita, sembrava risentita dall'apparente freddezza del ragazzo biondo.

    Che tipo strano, è sfacciato nell'interrompere due ragazze che conversano, o meglio ci provano, per chiedere degli affari suoi, e poi ringrazia in modo scostante.

    Mi grattai il mento non osando immaginare come si sarebbe destreggiato il malcapitato nel rispondere a quel tono cosi determinato. Ladro di mele lo aveva definito l'ultimo arrivato, sorrisi tra me e me non afferrando il senso di quel soprannome nemmeno seguendo l'indicazione verso la presunta bancarella. Guardai entrambi i giovani, erano cosi diversi eppure mi facevano tenerezza per lo stesso motivo: sembravano due pesci fuor d'acqua.
    D'un tratto la voce familiare del ragazzo scuro mi riportò l'attenzione su di lui dicendomi che si ricordava di me.

    Stavolta ho il suo permesso, diciamo cosi... - risposi timidamente afferrando l'allusione al nostro primo e unico incontro - ...tu che ci fai qui?!

    Mi sentivo alquanto smarrita in quel miscuglio di voci e abiti di luoghi diversi e lingue diverse concentrati in pochissimi metri quadrati di giardino sacro, ma i miei pensieri vennero interrotti da qualcosa di umido che si posò sulle mie labbra. Una goccia d'acqua. Alzai gli occhi prima cerulei dai riflessi del sole e ora rinverditi da quelle nubi passeggere e sentii due, poi tre, poi quattro gocce cadermi sul viso e sui palmi delle mani aperte per verificare che fosse effettivamente pioggia.

    Accidenti che disdetta, non ho nemmeno l'ombrello e l'abito si rovinerà se non mi riparo al più presto.

    Mi morsi un labbro e sbuffai in direzione della ragazza in kimono aspettandomi forse da parte sua un cenno, un suggerimento per sfuggire alle grane di quel tempo instabile.

     
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  15. theBLADER
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    « la vita è la più bella delle avventure ma solo l'avventuriero lo scopre. »
    Jack Diesel PG
    Occupazione: adruncolo, tuttofare › Età: 21 anni › LINK SCHEDA › INFO:// ›

    Una goccia mi accarezzò il viso facendomi distogliere l'attenzione dalla bella asiatica, guardai per un attimo il cielo e solo in quel momento notai che la temperatura si era abbassata, ora c'era un clima fresco e le nuvole erano sporcate qua e la di grigio, la pioggia stava arrivando.
    Sorrisi, quel tranquillo scrosciare mi rilassava da sempre, calmandomi in ogni situazione, adoravo la pioggia, ma sembrava non entusiasmare gli altri ragazzi.

    "Beh preferisco Misaki, perdonami quindi se ti chiamerò così"

    Risposi alla ragazza con tanta semplicità e nemmeno un pò di presunzione, ero solo abbastanza diretto.
    Notai che ogni mia parola sembrava stranirla, non per la lingua diversa dalla sua ma perchè non sembrava abituata al genere di comportamento che avevo io.
    Beh era una geisha quindi abituata alle buone maniere fin da bambina, sapevo che il fatto che dedicassero la loro vita all'arte della prostituzione era una leggenda, quasi sempre per lo meno, in realtà erano il vero spirito del Giappone, quel poco che rimaneva dell'epoca d'oro dei samurai e dei feudatari, istruite fin da piccole alle arti e alle buone maniere seguendo un intricato percorso di gradi, ruoli e istruzione.
    Ebbene si, mi ero un pochino informato prima di partire, non ero un ammasso di ignoranza, come potevano aspettarsi gli altri.
    Ero allegro di quel clima e mi venne quasi da rifiutare l'offerta di ripararci nell'Okiya, d'altro canto non potevo infradiciarmi completamente senza avere poi un posto dove riposarmi.
    Tornai a guardarla sorridendole allegramente e accennai un inchino col capo, come per ringraziarla.

    "Andiamo su, o rovinerete i vostri bei vestiti, e non mi pare il caso"

    Beh erano entrambe piuttosto eleganti entrambe anche se con stili totalmente diversi, ma nonostante questo sarebbe stato difficile decidere la migliore tra le due, ma quella Geisha con i suoi grandi occhi neri...mi aveva colpito in pieno.


    Edited by theBLADER - 27/12/2012, 00:03
     
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20 replies since 27/11/2012, 00:36   907 views
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